sabato 29 giugno 2019

i 7+1 Segreti di Bologna. -IL Cantastorie- #Lavocedelcuioretour

La data del mio tour "La voce del cuore", oggi mi ha condotto a Bologna.
Molte cose non sapevo di questa città, ad esempio è una delle città più ricca di tracce medioevali di tutta l'Italia, è per un Cantastorie, che è ritornato appunto da quel tempo, è stato stimolante ed eccitante passare su quei luoghi cosi cari ai miei avi.
Molte cose colpiscono di Bologna, soprattutto il suo mistero, il suo lato esoterico, la sua storia.
Famoso è il racconto dei 7 segreti di Bologna.
Il vaso rotto in cima alla torre degli Asinelli, L'erezione del dio Nettuno in piazza Maggiore, la finestrella della piccola venezia, Cannabis protectio, le tre frecce, il Panum resis e il telefono senza filo nel voltone della podestà.
Mi trovavo da solo e non so dirvi come funzionava esattamente questo intrigante gioco del telefono senza fili, non so nemmeno dirvi se Nettuno circondato da quelle belle donne abbia avuto veramente l'erezione, io ci ho provato a spiarlo, ma proprio non l'ho vista. Neppure so dirvi se veramente c'è quel vaso in cima alla torre degli asinelli, forse è questo il bello, continuare a cercare la risposta.
Però...



Una cosa posso confidarvela, vi svelo l'ottavo segreto di Bologna.
Esiste un altro segreto, il più bello secondo me, e probabilmente sono pochi a saperlo, tutti o quasi, ne conoscono solamente sette.
Esiste un posto, dove il tempo sì è fermato, dove non scorre. "L'Isola che non c'è" di Bologna. In quel posto è sempre autunno, cadono le foglie tutto l'anno che danzano sul cemento spinte dal vento che passando tra i rami racconta leggende e porta profumi d'oriente. L'incenso al sandalo infatti sovente arricchisce l'aria e i colori di stendardi etnici e thangka induisti sventolano assieme alle foglie che si staccano senza sosta dai platani secolari.
I volti sono sempre gli stessi, senza rughe e senza rimpianti. Come fiori che non appassiscono e come stelle che non cadono, bolognesi e non, vivono e abitano quel luogo misterioso con grande passione.
Variopinti di vita e di sorrisi e bizzarri come i pirati di Capitan Uncino, anche lui rifugiato su quell'Isola che non c'è per sconfiggere la tirannia del tempo.
Tra gli immortali di quel luogo, dove il tempo è bandito, seduta sulla solita panchina, proprio come la lasciai più di dici anni fa, quando anch'io mi rifugiai con i bimbi sperduti a scrivere canzoni tra le foglie che cadevano e i profumi che mi inebriavano, c'era ancora lei!
Lei è la mistica vecchietta, che con lo sguardo attento e il suo bel libro marchiato Jules Verne aperto sulle gambe, mi sorrideva... dopo dieci anni e come prima ancora.
"Che mi abbia riconosciuto?" pensai.
Non lo so.
Lei protettrice del Isola, Dakini di saggezza, oppure l'Oracolo così amato dal buon Morfeo. Oh buona vecchietta tu rappresenti la Resistenza al tempo.
Esiste un luogo a Bologna, che rappresenta il più importante dei segreti, l'ottavo.
Esiste una vecchietta che tiene fermo il tempo, è sempre autunno e camminando accarezzato dalle foglie, puoi ritrovare il giovane te stesso che non è ancora cresciuto come hai fatto tu.
Lui sta sdraiato senza soldi, con una penna in mano e un foglio trovato vicino al bidone dei rifiuti, dopo una notte insonne passata sotto le stelle, mentre i grandi dormivano. Il piccolo ragazzo sperduto che bevendo le sue prime birre, pensa che la vita valga la pena viversela, che valga la pena rischiare, che non occorre poi tutta questa arrendevolezza che sembra così necessaria per sopravvivere. Lui sta, su quell'isola, senza paura, con la penna in mano scrive la sua prima canzone, e scorrazzando da una parte a l'altra del prato, in una terra non sua vaga sempre protetto dal fiero e incoraggiante sguardo della buona vecchietta che stringendo al cuore il suo libro di Jules Verne gli sussurra: "Vai Cantastorie, vivi."

Per il resto tutto bene, l'esibizione è andata bene, Bologna è una grande piazza per esibirsi, ma.. ma sul serio... dinanzi all'Oracolo, tutti i miei interessi personali si sono ridimensionati, fortunatamente direi.
Chissenefrega del Cantastorie, della Musica, o del dovere. Certe volte basta farsi abbracciare dallo stupore che l'insegnamento arriva lo stesso, la magia arriva, la voce del cuore si sente lo stesso.
E mentre mi allontano dall'isola che non c'è, dall'autunno permanente, dall'Oracolo, ecco le risento! Le campane scandiscono le antiche ore defunte, è ora di andare, ma va bene così.
C'è sempre qualcosa pronto a stupirci là fuori, bisogna solo ricordarsi di vivere.
-IL Cantastorie-


#LavocedelcuoreTour #IlCantastorie #Bologna #l'ottavosegretodiBologna

Vuoi anche tu il CD musicale "La voce del cuore"?
Manda una mail a: ilcantastorieracconta@gmail.com e unisciti al progetto.
10 pezzi inediti
Tra cui:
Bruciando 
https://youtu.be/4wDFXepyVzo

giovedì 27 giugno 2019

è sotto pressione che avviene la trasformazione

Una volta un maestro zen mi disse: "Cosa resterà di tutte le tue paure, delle ansietà, della rabbia che provi adesso nella tua vita?
Un trattino lungo 4 o 5 centimetri tra la data di nascita e quella di morte. Per il tuo ego sarà un dramma, ma per il vero Te Stesso sarà una liberazione. La chiamo Essenza della Vita".
Oggi credo di capire perché fu definita l'Essenza della Vita. Penso all'oliva pressata che rilascia la sua essenza, i petali di una rosa schiacciati rilasciano la loro fragranza, il grano macinato ci mantiene in vita.
E proprio durante la difficoltà, quando siamo schiacciati dal peso della vita che abbiamo la possibilità di tirare fuori dal nostro cuore un nettare che sarà acqua di sorgente per gli assetati che verranno, perché appunto nulla resterà dei nostri drammi, se non quel trattino di 5 centimetri sulla nostra lapide tra la data di nascita e quella di morte, ammenochè non siamo stati così abili da lasciare dietro di noi quel profumo che fa un fiore quando viene schiacciato.
-IL Cantastorie-

sabato 22 giugno 2019

Il Cantastorie su tutti gli store

È arrivato il momento di cominciare a nuotare nell'oceano tra i grandi squali. Senza paura però e senza timore, perché come mi disse una volta un vecchio saggio: un braccio coraggioso fa diventare lunga una spada corta.
Da oggi il singolo del Cantastorie #Bruciando lo potrete trovare, ascoltare e acquistare su molti store tra cui: 
iTunes, Spotify, Google Play, Pandora, Deezer, Amazon Music, Spinlet, YouTube Music, RadioHeart e molti altri....
Per acquistare l'intero album vi ricordo che oggi è possibile tramite l'invio di una mail a:
ilcantastorieracconta@gmail.com, prossimamente invece... Beh non vi dico nulla per ora, intanto continuo a nuotare. 😉
Grazie a tutti quelli che sostengono questo progetto, a tutti quelli che condividono o che si fanno semplicemente sentire con un like. Grazie di cuore
-IL Cantastorie

La Voce del Cuore Orsigna 21 Giugno


Non c'è cupola più bella di un cielo di notte, non c'è affresco più stupefacente di un bosco, non c'è canto più emozionante del vento che passa tra i rami.
Qui in una vallata magica, nella piccola Himalaya di Terzani, tra la sua gente, i suoi profumi, tra i daini e i lupi che lottano per sopravvivere, tra un fuoco acceso, tra danze e canti di molte persone che vivono ad un ritmo diverso da quello della città, qui sotto il sole e sotto la luna il Cantastorie è passato portando la voce del cuore ma soprattutto ascoltandola.
E perdonatemi se non ho potuto mostrarvi qualcosa in diretta, ma la connessione non era delle migliori... La Connessione con il Tutto però era veramente eccellente.
Grazie magica montagna... Alla prossima.
Grazie a tutti 🙏
#LavocedelcuoreTour2019 #IlCantastorie#OrsignaPT




Nella terra di Terzani

La prossima tappa del tour del Cantastorie sarà non in una piazza, ma in un posto immerso nella natura. Come avrete notato, queste escursioni in posti che spesso sono anche sperduti, capitano sovente. 
Perché direte? Che senso ha promuovere un idea, portare la voce del cuore e la propria arte tra le grotte, tra fiumi e le montagne, tra pietre e alberi? Perché è proprio da lì che nasce tutto.
Ci siamo allontanati così tanto dalla natura che siamo finiti in gabbie di cemento, e anche se bisogna ringraziare l'efficacia delle nostre città, anche se ritengo giusto attivarsi e scendere in piazza per la propria idea, ritengo altrettanto giusto tornare nella natura dove così forte Lei ci parla. Dove le pietre e gli alberi narrano storie, dove montagne e oceani cantano la loro canzone. Dove l'uomo si ferma veramente ad ascoltare.
La conoscete la storia di quel violinista che suonò in una metropolitana mentre davanti a lui in quella giornata passarono distrattamente più di mille persone, raccogliendo solo una trentina di dollari? Nessuno dei passanti pensò che il violinista era Joshua Bell, uno dei migliori musicisti del mondo. Nella fermata della metropolitana suonò alcuni tra i più difficili spartiti che mai siano stati scritti, e tutto quello con uno Stradivarius del 1713 valutato 3,5 milioni di dollari!
Due giorni prima di questo fatto, non c'erano già più biglietti in vendita per il suo concerto nel teatro di Boston, e i biglietti costavano quasi 100 dollari!
Questa cosa mi ha insegnato molte cose utili riguardo al percorso che sto facendo con il Cantastorie.
Anche davanti a me passano centinaia di persone distratte, con sguardi spenti, intenti a parlare al telefono, di corsa, guardando l'orologio. Non è anche questa una giungla forse?
Perché non esprimersi anche nella vera foresta allora? Tra le montagne, i daini, o tra le onde e la sabbia o tra i vigneti e le volpi. Dove la sera il sole sembra tramontare più lentamente e dove a cantare non c'è solo il Cantastorie ma le cicale e i merli e qualche contadino che posata la zappa, asciugandosi la fronte si ferma veramente ad ascoltare.
La prossima data sarà nella terra di un grande amante della natura, Tiziano Terzani, tra le cime della sua piccola Himalaya.
Mi dirigo nuovamente in Toscana, cercando di poter tradurre e portare in musica e parole anche il linguaggio di quel luogo, di quei faggi e di quelle cime da lui tanto amate. Sperando così di poter scappare con qualcuno di voi dalle gabbie di cemento in cui quasi tutti viviamo, abbellite da gerani e da qualche quadro, dall'asfalto, dal rumore e dagli obblighi che pensiamo di avere ogni giorno.
Fu a piedi nudi salendo la montagna che tutto iniziò ed è lì che la voce del cuore continua a cantare più forte che mai.
Continua il mio viaggio in questa bellissima terra.
Vi saluto con la frase mia preferita del buon Terzani:
"Credo ci sia una vita unica, che ho sentito così forte seduto sui contrafforti dell’Himalaya. La vedevo in un maggiolino, nelle formiche, nei fili d’erba, negli stupendi alberi di deodar. E quella vita che circolava lì è anche la mia vita. E quando la vita di questo corpo finirà, continua la vita… continua la vita…"
-IL Cantastorie-

Il Tramonto

Il momento del tramonto spalanca il mio cuore al mistero della vita:
quando nel cielo scorre quel rosso, la commozione scorre sul mio volto.
E se ci fosse qualcuno vicino a me capace di decifrare quell'antico linguaggio gli parlerei con il silenzio e stringendogli la mano gli direi: arriva la notte,
aspetta ad andare via...
-Il Cantastorie-

I Poveri, quelli veri!

Quando penso ai poveri, non penso a chi non ha nulla, ai miserabili o agli emarginati, ma penso a chi annega tra la voce della propria coscienza.
-IL Cantastorie-

La Voce del Cuore Tour 2019 arriva a Firenze

Sono onorato di essermi potuto esibire in una delle piazze più belle mai visitate, dove anche le pietre hanno qualcosa da raccontare, pensate cosa avrebbe potuto raccontarmi la prima pietra depositata in epoca alto medioevale nel 1296 per la costruzione della cattedrale di Santa Maria del Fiore ma in mezzo ad altre 4 milioni di pietre è stato difficile poter scambiare due parole con la prima. In cambio però, me la sono raccontata un po' con la pietra che dava ristoro al vecchio Dante Alighieri seduto all'ombra ad ammirare il proseguire del difficile lavoro di costruzione della cupola della cattedrale.
Oggi, circondato da simboli esoterici e tra i vari omaggi a divinità e animali. Sotto i segreti e gli affreschi della cupola più grande del mondo che è ben allineata con il Dio sole, e all'ombra di sculture che ritraggono angeli pacifici ma anche irriverenti, dove c'è nascosto, tra i molti, anche un angelo che forse è l'unico al mondo, che con una gestualità che lascia poco spazio all'immaginazione, cerca di liberarsi, o liberare noi stessi dall'idea che la divinità sia intrappolata nell' oppressiva formella, martire impotente di se stessa e che spesso usa la sofferenza per indicare la via verso una liberazione. Come il classico santo quindi, che dopo aver accettato la sua croce arriva alla trasmutazione. Allora accettiamo la sofferenza se arriva come guida alla metamorfosi, sì. Ma accettiamo anche l'irriverenza! Accettiamo l'idea che anche qualche santo possa imprecare ogni tanto e comportarsi come noi comuni uomini.
Magari è proprio quel angelo scolpito nella pietra ad avvicinarsi ad una certa realtà. Il suo "gesto dell'ombrello", può essere indice di una sua ribellione all"ascesi, perché son sempre più convinto che per salire, bisogna scendere fino dentro alla materia, fino agli inferi, quelli ben narrati dal fiorentino Dante.
Perché se siamo angeli caduti probabilmente dobbiamo continuare a scendere, fino all'unità, fino ad annullare il bene e il male.
Probabilmente angeli e demoni sono solo immagini che appaiono giocano e si dissolvono nuovamente nello spazio, quale unica realtà, come uno specchio che riflette le proiezioni della nostra mente. È questa divina commedia si svolge proprio lì, dove si divide falsamente, con una linea immaginaria, il bene e il male.
#GrazieFirenze #LaVocedelCuoreTour #ILCantastorie
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Il Tao



Si dice che per il saggio Zen il Tao, la Via, appena si tenta di descriverla a parole già ci si è allontanati dalla Realtà... perché la mente umana razionale e logica ha i suoi limiti, è finita mentre la Realtà è infinita, eterna, misteriosa e parecchio invisibile alla nostra consapevolezza umana. Con l'invisibile ed il mistero non ci si confronta con la ragione e la logica, ma solo ed unicamente con l'intuito, con l'intelligenza dell'apertura del cuore, con il silenzio della mente. È bello ed affascinante cercare in tutti i modi risposte sulla nostra esistenza e sulla nostra vita, pur sapendo bene che la Realtà Ultima non è alla portata di studi o interpretazioni scientifiche. Rimane e rimarrà sempre un Mistero ed in quanto tale va
vissuto ed amato. Solo nel totale silenzio della mente si può, forse, avere un barlume, una scintilla di ciò che è l'Universo. Quando le mente tace le porte dell'invisibile e del mistero si aprono alle nostra percezione.
-IL Cantastorie-

Intervista al Cantastorie Roma Tour La voce del cuore 2019



Sono convinto, al di là di qualsiasi fede religiosa uno possa avere, che da qualche parte dell'universo, che so, in un buco nero o semplicemente nell'armadio di casa, o dietro lo spiraglio di una dimensione parallela, ci sia il Fato in agguato che se ne sta a rimescolare le sue carte, a tirare i dadi o chi sa cosa altro. Non si spiegherebbe altrimenti la bizzarra avventura capitata poche sere fa: mi trovavo alla stazione e, nello spazio dedicato ai viaggiatori in attesa, c'é un pianoforte messo a disposizione del pubblico affinchè possa esercitarsi se è un novizio o fare una prova di bravura se è un provetto musicista. C'era appunto, in quell'ora tarda, un giovane intento a suonare con grazia e ho trascorso piacevoli momenti nell'osservarlo poi, mentre stava andandosene, ho notato che aveva lasciato sul pianoforte un cd musicale. Incuriosito ho guardato e c'era un foglietto d'accompagno che lo definiva un "cd giramondo" da ascoltare e lasciare altrove perchè altri potessero usufruirne, sulla voga esplosa anni fa di quei libri che ogni tanto trovate sugli autobus o sulle panchine, che si possono prendere a patto che prima di lasciarli ci si scriva data e luogo così che diventi una vera cronistoria del loro viaggio. Prima che se ne andasse verso chi sa quale città, su quale treno non l'ho saputo, mi è venuta voglia di scambiare qualche parola con lui così, superato l'imbarazzo iniziale e considerato che appunto quel briccone del Fato aveva voluto che si incrociassero i sentieri di due artisti - lui della musica, io dell'inchiostro scritto e disegnato - ne è venuta fuori questa intervista che mi fa piacere di condividere con voi lettori, e scommetto che saranno pochi quelli che già lo conoscono ( a tal fine vi consiglio vivamente di cercarlo su Youtube dove potrete ascoltare due suoi videoclip, se non vi capitasse mai di trovare uno dei suoi cd vagabondi).



In un panorama musicale sempre più dominato da realtà tipo rapper, che pure in alcuni casi tentano di mandare dei messaggi al pubblico, come si inserisce una entità decisamente controcorrente, direi persino fuori epoca, come IL CANTASTORIE?


- È sotto gli occhi di tutti che in generale da diverso tempo ormai, mancano dei veri talenti che determinano e che non sono determinati. Per talento io intendo un qualcosa che non per forza sia sulla cresta dell'onda, anzi. Spesso oramai il talento e sacrificato ai numeri, a quello che piace, ai soldi. Se muove soldi vale, altrimenti non vale niente.
Secondo me spesso è l'opposto invece.
Poi il vero talento può fiorire con calma e nel tempo. Prendiamo l'esempio di Van Gogh lui dipingeva per le generazioni future, "quelli che verranno", diceva. Incredibile non trovi?
Ci sono persone straordinarie che vedono molto più in là del presente, vedono nell'eternità, e su quella di basano e spesso queste persone non sono mai al pari con i tempi in cui vivono.
Essere fuori epoca è un complimento per il Cantastorie, difatti la sua figura esisteva nel medioevo dove un uomo girava per le piazze a raccontare storie. Oggi queste figure non esistono più, quindi Il Cantastorie può essere due cose: o ampiamente passato nel tempo o incredibilmente avanti, perché ad oggi unico nel suo genere.
Il tempo è ciclico e chi pensa alla buona musica oggi cerca spesso nel passato. Ma ho fiducia perché tutto si ripete ed è inevitabile che prima i poi i Cantastorie ritornino.
Sinceramente non è importante per me, non cerco il successo e il tempo risponderà, anche se non ci sarò più, il tempo risponderà.
Oggi Il Cantastorie lo collocherei più o meno così: è una poesia, un sogno o la parola mai detta che trova la forza di uscire.
Quando le persone cantano assieme a te sollevano un pochino i loro pesi e si liberano, perché Il Cantastorie conta e spera di dare voce a chi non ha voce ed è una grande forma d'arte mettere a disposizione quello che fai, non per mostrarti o per creare il tormentone estivo, ma per aiutare a ritrovarsi.
Il cantante canta ma Il Cantastorie racconta, lo ripeto sempre.
Purtroppo oggi, in generale non se ne trovano molti che sanno usare la musica, ci sono ottimi musicisti, tecnici e istruiti, delle belle rime, dei bei ragazzi, dei bei tatuaggi ma rari sono i Cantastorie.


E' evidente che la nascita del CANTASTORIE risponde esattamente al bisogno profondo di un artista: ti ha creato problemi, nel sociale, il presentarsi in una linea che dagli antichi Troubadores sfocia fino ai Branduardi e Battiato, ma che sembra destinata ad un pubblico di nicchia?


- Hai detto bene! Sì, è proprio il bisogno profondo di un artista ma non solo. Come dicevo prima è il bisogno di molte persone in realtà, è la voce di molti cuori che ha questo bisogno, che sì, se paragonata alla maggioranza, ovviamente sembra una piccola nicchia. Ma vedi, credo che nel piccolo e nel raro, stia proprio il vero valore. Tanto più difficile è il trovare qualcosa, e tanto più è di valore. E questo non lo insegna qualche maestro spirituale ma l'economia moderna.
Se pensiamo a Battiato dato me lo hai menzionato, lui ha fatto un qualcosa di straordinario, qualcosa che sembrava destinato a pochi invece oggi è amato da grandi e meno grandi. È entrato nell'eternità come il Van Gogh menzionato poco fa e lo ha fatto fregandosene di quello che sembrava contemporaneo a quel tempo. Lui è un artista che ha determinato me non è stato determinato, riprendendo il discorso di prima.
Poi per continuare la risposta dico sì, ovviamente restare fedeli alla voce del cuore crea qualche problema. Tutti noi accettiamo dei compromessi per vivere tranquilli, tutti abbiamo una zona comfort dalla quale fatichiamo ad uscire. Spesso però la voce del cuore sta fuori dalla zona comfort, perché quella voce sei tu, ma la zona comfort invece è imposta da qualcun'altro.



Molte delle canzoni presenti nell'album LA VOCE DEL CUORE danno voce a forti connotazioni filosofiche, puoi parlarcene, magari descrivendo il perchè di tali scelte?


- La musica può essere un mezzo frivolo, ma usata con sapienza può trasformarsi in un grandissimo mezzo di comunicazione. Io ci provo, mi impegno e mi impegnerò perché so che responsabilità può avere un vero artista. La giusta musica e giusta parola può essere utile anche a qualcuno che sta cercando di cambiare vita, può aiutare in un percorso di guarigione psicofisica e non lo dico di certo io, sarebbe interessante aprire un capitolo per parlare delle nuove scoperte della medicina. A Roma per esempio alcuni medici di fama internazionale lavorano con delle frequenze, e con le vibrazioni. C'è una clinica apposta. È incredibile vero?
Potrei elencare tutti gli esperimenti della risonanza e della memoria dell'acqua per dare ancora più significato a quello che è il potere della musica, ma per chi cerca le risposte saranno assicurate. Quindi cercate se volete.
Io penso quindi che unire ad un semplice suono le giuste parole, può avere, e ne ho avuto l'esperienza, un grande beneficio nella totalità dell'individuo.
Come hai sentito, uso anche dei mantra nelle mie canzoni ogni tanto, che venivano usati nel passato, ma anche oggi, proprio per calmare la mente. Il mantra è associato al brano non in maniera casuale ma c'è sempre un motivo.
In generale non voglio dare grossi stimoli alla mia stessa mente né a quella di chi ascolta, siamo così tanto stimolati già dalla società, dalla pubblicità, dalla scuola, che anzi voglio cercare di calmarla, calmarla così tanto da arrivare a noi stessi. Al silenzio.
Ed è possibile arrivare al silenzio tramite ad un suono o ad una frase? Assolutamente si.
Credo che la dualità non esita. Ma che esista un unicità che non puoi vivisezionare. E quando capisci che non esiste bianco contro nero ma è grazie al bianco che esiste il nero, capisci che è grazie al suono che esiste il silenzio.
Siamo indivisibili. Vorrei ricordarmelo e ricordarlo sempre.



Diversamente dal continuo presentarsi in pubblico di ogni personaggio, al solo scopo di richiamare il maggior numero di fans - e con tutti gli inconvenienti che crea tale sovraesposizione - il CANTASTORIE ha scelto una forma di privacy, un aura di riservatezza che può da un lato aumentare l'interesse dall'altro finire per diminuire il seguito di un pubblico ormai ammaestrato a privilegiare solo l'apparenza. Quanto di questo è studiato e quanto invece corrisponde semplicemente ad un tuo stile di vita?


- Il Cantastorie non ama mettersi in mostra, fa l'opposto.
Anche perché come dicevo prima non è necessario, ripeto Il Cantastorie non è una persona ma un idea.
In un mondo dove si vuole solo apparire Il Cantastorie ama il mistero perché spinge ad usare tutti i sensi e non solo la vista.
La mia persona è stata per diverso tempo in prima fila, quasi per tutta la vita direi, ho prodotto diversa roba a nome mio che ovviamente qui non promuoverò, ma poi ho capito che questa voce, è veramente qualcosa di così autentico che io non posso mostrarlo al pubblico, perché non sono io in quanto individuo. Al massimo sono un antenna che capta dei segnali così precisi e tenta con i mezzi che ha di decifrarli ed esporli. Questo processo è così autentico che qualsiasi tentativo di descriverlo finirebbe per allontanare le persone da quello che realmente Il Cantastorie vuole comunicare.
Non ho mai e poi mai fatto una cosa così. Ci ho sempre messo la faccia, non ho paura, anche se non ho mai nemmeno fatto un CD da solista, primo suonavo tutt'altro, ma per vari motivi ho ritenuto giusto farlo. Questa volta avendo lavorato un pochino sul mio ego però, ho capito di mettermi da parte e lasciare spazio alla voce del cuore.
Se questa scelta mi costerà degli ascolti?! Beh è un sacrificio che son proprio pronto ad affrontare, la vivo come una selezione naturale, so che chi guarda l'apparenza "non andrà d'accordo" con la figura del Cantastorie.
Ma va bene così, è giusto così. Insomma, son certo che stare in disparte è un Arte! 


Il CANTASTORIE oltre alle canzoni ha creato anche dei libri, vuoi presentarceli, rivelando anche le loro radici e lo scopo che si prefiggono.



- Come dicevo poco fa ho fatto altre cose oltre la musica, anzi, oltre il Cantastorie, ma quello ero io e non userò il Cantastorie per promuovere la mia persona.
Mi son divertito a promuovere e lavorare in tutta Italia, conoscendo persone fantastiche che stanno guidando moltissime altre persone verso una nuova consapevolezza.
Oggi, il mio scopo e diverso.
Possiamo però parlare dei progetti futuri che interessano Il Cantastorie. Lui scrive poesie, dipinge, suona, eppure lui non è un poeta, non è un pittore, né un cantante, piuttosto si lascia guidare dal momento.
È vero sto lavorando ad un libro che uscirà a nome del Cantastorie e basta. Autore: Cantastorie, stop. Niente indizi, niente di niente. Il Cantastorie sarà più che sufficiente. Sarà un libro che guiderà il lettore attraverso alcuni viaggi che realmente Il Cantastorie ha fatto e fa tutt'oggi nell'anonimato, tra le piazze, ma anche tra le montagne o attraverso il mare, leggendo la natura e gli occhi delle persone che ignare gli passano davanti. Sarà un viaggio oltre il suono, poiché oltre... Beh, oltre c'è una sacralità che non può essere compresa con il pensiero, c'è quella voce che può essere udita al di sopra dei rumori che sovrastano tutto il resto, perfino se non grida, anche se è solo un bisbiglio, quel sussurro che senti prima di nascere e probabilmente prima di morire.
Il Cantastorie non si può definire come musica scrittura od altro, ed è proprio questa la sua forza in un modo che cerca a tutti i costi di darti un etichetta.



Ascoltando LA VOCE DEL CUORE è inevitabile riandare con la memoria al glorioso progressive italiano di molti anni fa, per questo inizialmente definivo controcorrente il CANTASTORIE, la parte di pubblico più giovane che non ha una formazione musical-culturale dell'epoca potrà restarne stupita, gli ascoltatori di un altra generazione invece ritroveranno quelle sonorità meravigliose che credevano perdute. Resterai su questo sentiero o prevedi di voler sperimentare anche altre correnti musicali?


- Concordo con la tua descrizione e sinceramente è quello che spero. Spero di portare freschezza ai più giovani e spero di riportare alla mente alle generazioni più mature certe sonorità dimenticate.
Spero di commuovere e commuovermi.
Questo spero.
Sperimentare assolutamente sì ma senza uscire dal binario che Il Cantastorie ha costruito. Lo scopo è sempre quello che abbiamo menzionato poco fa, riassumendolo direi: La voce del cuore.
Qualsiasi cosa si faccia, se guidata da una qualità che si trova oltre la mente pensante acquista a sua volta un linguaggio universale che parla a prescindere dallo stile musicale, nel cuore di tutti e alla stessa maniera.
E non importa se ci vorranno vite, Il Cantastorie non morirà mai, resterà sempre in silenzio, in disparte, nel posto di chi non vuole disturbare, il proprio cuore.
Basta solo ascoltare.
Vi abbraccio.

La Voce del Cuore Tour 2019 Verona 1 Giugno

Terzo anfiteatro romano per dimensioni, l'arena di Verona vanta duemila anni di avventurosi scenari durante i quali ha ospitato combattimenti, corride e esecuzioni. Oggi ospita eleganti e amatissime opere liriche, ma un tempo i suoi archi erano dimora delle prostitute della città e degli assetati di sangue. Infatti, terribile fu il destino di circa 300 eretici arsi sul rogo nel 1278.
Misteriosa è la sua nascita. La leggenda narra di come in epoca medioevale, un uomo condannato a morte promise di costruire in una notte un grande edificio nel centro di Verona. Ma per realizzare questa impresa impossibile l'uomo si trovò costretto a vendere l'anima al demonio in cambio del suo aiuto. Dopo poco, ci fu il ripensamento dell'uomo, e le preghiere questa volta furono rivolte alla Madonna. Così ad un tratto, le campane cominciarono a suonare le note dell’Angelus: una mano invisibile le aveva messe in moto qualche minuto prima che sorgesse il sole.
A quel sacro suono, con un urlo di rabbia e di spavento, i demoni sprofondarono nell’inferno e la costruzione dell'arena si fermò, incompleta, com'è tuttora oggi.
L'ennesima lotta tra il bene e il male avvenne, questa volta il teatro fu quella che oggi chiamiamo piazza Bra.
Tra i vari visitatori troviamo Dante Alighieri, Goethe e Buffalo Bill, ma anche tanti Cantastorie raccontavano storie nell'antico medioevo seduti all'ombra delle mura dell'arena.
Uno di questi raccontava della forza e del coraggio dei giovani gladiatori che vincevano e morivano. C'è chi raccontava di un certo Glauco, quella che poi sarebbe divenuta l'iscrizione funeraria forse più famosa tra i gladiatori morti nell'arena:
«Agli dei Mani di Glauco, modenese di origine. Combatté sette volte, morì l'ottava. Visse ventitré anni e cinque giorni. Aurelia dedicò questa tomba al caro marito, insieme ai suoi tifosi. Vi consiglio di prendere ciascuno il proprio oroscopo, e di non avere fiducia nella Nemesi: io me ne sono fidato, e ne sono stato ingannato nel modo che vedete. Addio, stai bene.»
Eh no, cari amici, non fidiamoci completamente degli dei, come Glauco si fidó della dea Nemesi (protettrice dei gladiatori).
Glauco giocasti a dadi con la sorte, ma gli dei risero forte.
Ieri come oggi a noi Cantastorie non era e non è permesso entrare nell'arena. Il nostro posto resta e resterà ancora per un po', fuori dalle mura, dove si respira ancora l'odore di sangue e l'odore del fuoco, si odono i gemiti delle prostitute e i canti veri, dei Cantastorie che come i gladiatori lottano per la vita, senza affidarsi però come i loro forzuti fratelli guerrieri alle divinità, ma diventando loro stessi divinità di sé stessi, con i loro canti e loro storie entrando infine nell'eternità.

Come un nomade...

Come un nomade, un viandante o un pellegrino
che determinato attraversa solitudini e oasi deserte interiori,
scortato solo da ciò che gli è di ispirazione
e mosso solo dalla speranza che abita il suo cuore, un visionario viaggia e cresce,
come crescono le granaglie seminate per nutrirci e darci vita, e accanto a queste crescono anche papaveri e fiori non piantati da nessuno che ci regalano la bellezza.
Così il visionario sa, che accanto ad un sogno, che è necessario per la vita, può fiorire la bellezza gratuita della libertà.
-Il Cantastorie-

La Voce del cuore -Il Cantastorie-

Vuoi anche tu il CD musicale "La voce del cuore"?
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10 pezzi inediti
Tra cui:
Bruciando 
https://youtu.be/4wDFXepyVzo

 e
Lo Yogin dalla terra delle nevi
https://youtu.be/G1-8ynLpkTQ

Che aspetti? Qualcosa di nuovo sta arrivando.

La Voce del cuore Tour 2019 - Padova-

Oggi a Padova prima di iniziare il secondo tour #Lavocedelcuore ho visitato un luogo che mi incuriosiva da un po'.
Non sono cattolico, non sono niente in realtà, sono solo un curioso che non si dà limiti, ma dentro a questa basilica si respirava veramente un aria mistica e mi ha dato molta ispirazione...
Un luogo così grande da farmi sentire molto piccolo... ma anche guardando il cielo mi sento piccolo. 
E allora mi chiedo il perché di tutta questa fatica nel costruire posti simili?! Sono tentativi di arrivare a Dio forse, come lo fu la torre di Babele? O è la dimostrazione della devozione dell'uomo e delle sue paure? Gigantesche paure di non compiacerGli? Perché un attaccamento così morboso alla forma?
Non ho potuto fotografare la vecchia bara, ora vuota, che ospitava il corpo di S. Luca, anche quella comunque era oggetto di venerazione. Ma perché?
Forse non mi è dato saperlo...
Questa grandezza, e questo attaccamento alla forma forse servono per avvicinarsi di più all'Assoluto ma non tanto fisicamente, ma nella speranza di resistere al tempo che passa inesorabile, costruendo un qualcosa di sempre più grande da poter finalmente un giorno catturare l eterno.
Un po' quello che hanno cercato umilmente di fare i Cantastorie del passato, quelli che secoli fa erano seduti proprio lì, su quelle scalinate con i loro liuti in mano, a fare i conti con l'infinito.
-Il Cantastorie-


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